DEVELOP-PLAYERS

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Il progetto si occupa di creare serious game per studenti con difficoltà scolastiche. Grazie a tecniche di intelligenza artificiale ogni gioco è una esperienza unica, si adatta allo stile di apprendimento di ogni studente accrescendone le potenzialità.

Da chi è formato il team, la vostra età?
Develop-Players è costituita da due informatici che si occupano dello sviluppo di serious game e di intelligenza artificale, Davide Paolillo (di anni 23) e Simone Romagnoli (di anni 47), che collaborano in sinergia con Sara Giovagnoli (di anni 39), Sara Magri (di anni 35), Mariagrazia Benassi (di anni 46) e Luigi Marotta (di anni 61), che sono ripettivamente tre psicologhe e un logopedista che da più di dieci anni, attraverso esperienze di ricerca e attività clinica, sviluppano modelli di intervento per gli studenti con disturbi specifici di apprendimento. Alla guida delle scelte strategiche di buisness e marketing ci sono Alessia Baglivo (di anni 30) laureata in Economia Aziendale presso l’Università di Bologna e Luca Formica (di anni 23).

Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa
Develop-Players offre servizi innovativi di formazione per le scuole e serious game per migliorare le strategie di studio per ragazzi con disturbi specifici di apprendimento. Il nostro primo serious game, basato su modelli di gamification e machine learning validati scientificamente, si chiama Proffilo ed è già disponibile per le scuole. Intendiamo continuare a sviluppare altri serious games per i ragazzi e rafforzare il nostro impegno con le scuole, tramite l’espansione dei nostri programmi di formazione agli insegnanti.

L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
L’idea di Develop-Players nasce dalla forte passione per il lavoro con gli studenti e dalla consapevolezza del valore formativo ed educativo del gioco. La spinta che ci muove fortemente è volere dare a tutti i ragazzi, soprattutto a quelli con difficoltà scolastiche, l’opportunità di imparare divertendosi.

Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Abbiamo come modello di imprenditore Loris Malaguzzi che ha fondato il modello Reggio Children perchè, lavorando in un ambito molto vicino al nostro, ha saputo valorizzare l’apprendimento di tutti gli studenti attraverso il gioco, la scoperta e la ricerca ed è riuscito a fare di questo obiettivo una impresa di successo apprezzata in tutto il mondo.

A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
L’ostacolo più alto per la nostra nuova impresa è costituito dalle barriere all’utilizzo delle nuove tecnologie per le fasce di popolazione più debole (dovute a ragioni legate ai costi, alle difficoltà di utilizzo consapevole, allo scetticismo nei confronti delle nuove tecnologie) che hanno maggiormente bisogno dei nostri servizi e prodotti ma che a causa di queste barriere non possono avere accesso.

Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Abbiamo potuto entrare nel dettaglio e approfondire metodi, teorie e strategie che non conoscevamo o conoscevamo solo superficialmente, permettendoci di migliorare il nostro business plan e di rivedere le strategie per arrivare ad offrire ai clienti i nostri prodotti e servizi.

Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Chiederei che togliesse la burocrazia per tutte le imprese. Chiederei inoltre che venissero potenziate le misure che mirano a creare un ecosistema favorevole alle start-up e all’imprenditoria nelle varie regioni.

Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
La pandemia ha sicuramente portato tante difficoltà ma ha anche aperto nuove opportunità. Tra queste, la digitalizzazione nel campo educativo ha certamente fatto fare molti passi in avanti agli istituti scolastici, permettendo a start-up come la nostra di trovare un terreno fertile per crescere.

La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
L’unico cambiamento che abbiamo apportato al nostro modello di business a causa della pandemia riguarda il piano di marketing, in quanto abbiamo deciso di puntare maggiormente sul digitale per pubblicizzare i nostri prodotti e per posizionare il nostro brand sul mercato.

Vi siete posti il tema dell’impatto ambientale della vostra attività? Avete immaginato soluzioni per attenuarle?
Come azienda ci siamo posti il problema di come possiamo contribuire a ridurre al minimo l’impatto ambientale pur non avendo un impatto diretto sull’ambiente con i nostri prodotti. Da un lato abbiamo pensato di suggerire come risparmiare energia a coloro che utilizzano i nostri giochi e abbiamo intenzione di promovuere nella nostra futura piattaforma dei contenuti che contribuiscano a sensibilizzare i ragazzi sul tema della sostenibilità ambientale.

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