ILFF: Italian low fodmap food

ILFF: Italian low fodmap food

ILFF: Italian low fodmap food

ILFF è il nome del progetto di cui si occuperà l’azienda BruPi ovvero realizzare su propria formulazione e commercializzare prodotti alimentari, soprattutto da forno, a basso contenuto di fodmap. Tutti gli alimenti possiedono un profilo nutrizionale specifico e possono possedere fibre, che sono carboidrati non scindibili dal nostro organismo e che concorrono al benessere intestinale. Diverse persone sono affette in modo più o meno consapevole dalla sindrome del colon irritabile (IBS) ed altre patologie intestinali. Le cause sono le più varie, dallo stress all’uso prolungato di antibiotici (rif. http://www.acini.info), ma di fatto coloro che soffrono di IBS  quando si nutrono di determinati alimenti, in particolar modo prodotti da forno anche integrali e legumi, accusano disturbi che gli impediscono di alimentarsi in modo equilibrato sopratutto fuori casa. Una delle cause sono i fodmap, zuccheri e fibre normalmente presenti che in queste persone vengono impiegati in modo anomalo comportando sintomi a livello gastroenterico.  Sviluppare alimenti a basso contenuto di fodmap certificati da organismi terzi riconosciuti permette di alleviare dall’incombenza della scelta faticosa del cibo e di contribuire al benessere di tale categoria di consumatori.

Da chi è formato il team, la vostra età?
Serena Pironi, tecnologo alimentare, esperto in qualità, sicurezza alimentare e sviluppo di prodotti, 42 anni
Fabio Brundu, informatore farmaceutico, esperto nei canali di vendita alternativi alla GDO e nella logistica, 45 anni

Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa
L’organizzazione BruPi s.r.l. si occuperà dello studio della formulazione di prodotti alimentari con l’utilizzo di materie prime prevalentemente italiane a basso contenuto di fodmap, alla relativa produzione a proprio marchio e alla loro commercializzazione. I prodotti verranno testati dal dipartimento di chimica dell’Università di Parma, secondo metodiche indicate nelle pubblicazioni della Monash University, a cui verrà richiesta la certificazione dei prodotti.

I fodmap sono carboidrati normalmente presenti nei cibi, ma che vengono fermentanti in modo anomalo nell’intestino di persone che hanno una disbiosi (ovvero un disequilibrio della flora batterica). Sono fodmap fruttosio, lattosio, GOS, FOS e polioli. Alcune fibre normalmente promosse come “buone“ per la maggior parte della popolazione non sono assolutamente indicate a chi soffre di IBS (colon irritabile). E soffre di IBS circa il 10% della popolazione (dato peraltro sottostimato). La Monash University ha stilato dei protocolli analitici utili individuando dei “valori limite” per queste sostanze ed ha promosso un prontuario certificando gli alimenti con un basso contenuto di fodmap. La sfida di BruPi pertanto è quella di far produrre alimenti buoni, equilibrati da un punto di vista nutrizionale, certificati ed a basso contenuto di queste sostanze rendendole idonee a coloro che soffrono di IBS, oltre a coloro che desirano porre attenzione e consapevolezza in ciò che consumano ogni giorno.

L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
Entrambe le cose. Entrambi i soci conoscono almeno una persona che soffre di IBS ( sindrome del colon irritabile). Nel suo percorso di informatore farmaceutico, Fabio Brundu ha potuto constatare l’aumento esponenziale di questa patologia e la frustrazione dei medici specialistici per la mancanza di prodotti specifici. Serena Pironi è essa stessa affetta da IBS e quale esperto del settore alimentare è a conoscenza dell’attuale assenza nel mercato italiano di prodotti da forno a basso contenuto di fodmap, presenti invece in alcune aree internazionali. A seguito della costituzione dell’associazione A.c.i.n.i ( Associazione Colon Irritabile Nazionale Italiana ) entrambi i soci hanno avuto la conferma di un numero sempre più elevato di persone che soffre di questa patologia e della totale mancanza di cure risolutive non invasive e atte a non sconvolgere in modo invalidante abitudini e piaceri alimentari. L’assenza di competitor sul territorio nazionale, inoltre, ha dato la sensazione tangibile che tale iniziativa possa produrre business.

Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Ci piacerebbe un domani essere noi un modello di imprenditore/imprenditrice da seguire. Allo stato attuale ammiriamo coloro che osano in un momento complesso e difficile e che possono, attraverso il loro business, contribuire a migliorare lo stato di benessere di una buona parte di consumatori ed offrire un lavoro a persone bisognose.

A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
Nel caso specifico l’ostacolo principale è la ricerca di materie prime low fodmap, lo studio, la formulazione e la specifica lavorazione finale che permetta di mantenere questa fondamentale caratteristica per poter offrire prodotti esclusivi. La seconda difficoltà è la comunicazione adeguata del progetto e l’educazione alimentare carente a livello di massa.

Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Sicuramente la meticolosa attenzione nell’analizzare in modo concreto e razionale tutti gli aspetti essenziali per poter realizzare una idea di impresa.

Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Chiederemmo di approfondire tutto ciò che riguarda le agevolazioni economiche ai fini dell’acquisto di prodotti alimentari ad hoc non solo per chi soffre di celiachia, ma anche per tutte le persone che soffrono di colon irritabile, patologia altrettanto invalidante.

Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
La pandemia ha portato ognuno di noi a cambiamenti radicali nell’approccio alla quotidianità, ma ha anche contribuito a renderci più attenti e consapevoli dell’importanza del nostro benessere psicofisico. Crediamo, inoltre, che il momento di difficoltà complessiva abbia aperto a nuove idee coraggiose ed opportunità.

La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
L’idea di impresa è la medesima, rafforzata dalla maggior attenzione al benessere individuale conseguente alla pandemia. Ciò che potrebbe eventualmente cambiare saranno le modalità di presentazione e commercializzazione dei prodotti, in base alle normative vigenti.

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