ZONWIZARD

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ZonWizard è una soluzione software rivolta ai venditori Amazon, che permette di semplificare la contabilità, monitorare i profitti e ottimizzare tutti gli aspetti del processo di vendita

Da chi è formato il team, la vostra età?
Il nostro team è formato da Guido Pancotti, 40 anni, CEO e ingegnere meccanico, e Claudio Riu, 41 anni, CTO e ingegnere meccanico

Descrivi in poche righe l’attività che svolgerete dopo aver impiantato l’impresa.
ZonWizard è un’applicazione Web rivolta ai venditori Amazon per semplificare ed automatizzare la contabilità, l’analisi dei profitti e la gestione del magazzino. Il servizio è già attivo e utilizzato da oltre 1000 aziende, la maggior parte di queste italiane. Da poco è stata lanciata la piattaforma sul mercato europeo e contiamo nel prossimo anno di replicare gli ottimi risultati di crescita avuti in Italia anche all’estero.

L’idea nasce da una passione personale o dalla prevalente sensazione che possa produrre business?
L’idea è nata da una necessità personale di uno dei Founder, Guido, che nei 2 anni precedenti aveva avviato un’attività di vendita di prodotti private label su Amazon. Durante questa precedente esperienza ha constatato la mancanza di un servizio per snellire la contabilità per i venditori Amazon, del quale sentiva la necessità e che non era presente sul mercato.

Chi è il tuo modello di imprenditore/imprenditrice… e perché?
Il nostro modello è in realtà una coppia di fratelli: Patrick e John Collison, fondatori di Stripe. In primis per l’audacia nell’entrare nel settore dei pagamenti online già dominato all’epoca da un colosso come PayPal. In secondo luogo per l’enorme talento dimostrato nella creazione di un prodotto che ha reso realmente semplice e accessibile l’integrazione dei pagamenti sul proprio sito web per qualsiasi attività, compresa la nostra.
Inoltre ci piace che continuino a mantenere lo spirito da startupper, incentrato su costanti innovazioni, nonostante Stripe abbia già da anni raggiunto lo status di Unicorn, valutata ad oggi oltre 95 miliardi di dollari.

A tuo parere l’ostacolo più alto per una nuova impresa qual è?
L’ostacolo maggiore a nostro avviso è quello di raggiungere il cosiddetto “product-market fit” ovvero il giusto incontro tra la soluzione offerta con il proprio prodotto e la richiesta di mercato attuale.
Per fare questo sono necessarie molte iterazioni del proprio prodotto/servizio basate sul feedback dei clienti. Inoltre è necessario che queste iterazioni vengano implementate e testate in tempi brevi con costi minimi, per poter raggiungere il risultato prima di esaurire le risorse.

Quali benefici in particolare avete ricevuto dal percorso di formazione intrapreso insieme a Nuove Idee Nuove Imprese?
Grazie a NINI abbiamo avuto l’opportunità di approfondire aspetti finanziari e manageriali che altrimenti sarebbero stati tralasciati, in quanto il nostro background è prevalentemente tecnico. Inoltre è stato molto utile poter conoscere e confrontarsi con altri imprenditori. Ascoltare le loro idee ci ha dato modo di trarne spunti interessanti per mettere in discussione e rivalutare i nostri piani. Infine la parte formativa, in particolare ci ha “aperto un mondo” Francesco De Nobili, Consulente LinkedIn, sulle opportunità di business della piattaforma.

Se tu avessi davanti un politico col potere di legiferare, quale provvedimento gli chiederesti con attuazione immediata?
Al momento della costituzione della nostra società siamo rimasti sorpresi dal fatto che le agevolazioni per le startup innovative siano limitate alla riduzione dei costi di costituzione e avvio dell’attività, mentre per il resto la pressione fiscale è al pari di qualsiasi altra SRL. A nostro avviso sarebbe necessario agevolare maggiormente le aziende che fanno innovazione perché questa rappresenta un contributo importantissimo per la crescita e lo sviluppo economico del paese.

Sei convinto che la pandemia abbia solo creato danni o credi si siano anche aperte delle nuove opportunità?
La pandemia come tutte le crisi destabilizza lo status quo e genera nuovi scenari. Questo può trasformarsi in opportunità per tutte le realtà che sono in grado di adattarsi rapidamente alle nuove condizioni. Spesso quindi sono proprio le startup agili ed innovative quelle che possono emergere da un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo attualmente.

La pandemia ha rimodulato la tua idea di impresa o è rimasta invariata?
Nel nostro caso la pandemia non ha modificato l’idea di business. Al contrario offrendo un servizio legato al mondo dell’e-commerce, abbiamo beneficiato dell’effetto che la pandemia ha avuto sulle attività commerciali, che in molti casi durante il periodo di lockdown si sono viste costrette a spostare parte delle loro vendite sui marketplace online. Il nostro settore ha quindi avuto un trend positivo.

Vi siete posti il tema dell’impatto ambientale della vostra attività? Avete immaginato soluzioni per attenuarle?
Anche se ci occupiamo di sviluppo software, per noi il tema ambientale è molto importante. Siamo intenzionati a costruire la nostra azienda con modelli di lavoro moderni, agili e a basso impatto. Già attualmente prediligiamo lo smart working e riunioni in videoconferenza e continueremo anche ampliando il nostro team ad attuare soluzioni di questo tipo.

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